Gong Fu

Introduzione

Il significato che si cela oggi dietro il termine “Gong Fu” è notevolmente diverso da quello che si intendeva nella Cina antica. Dagli anni sessanta, la società occidentale ha attribuito a questa parola il significato di arte marziale o abilità marziale, distorcendo completamente il significato originario.
La corretta interpretazione del termine “Gong Fu” avviene attraverso la scomposizione di questo in “Gong”, che significa "energia", e “Fu”, che significa "tempo". Se si sta cercano di apprendere o realizzare qualcosa che richiede una grande quantità di tempo ed impegno, allora questo lo si fa attraverso il “Gong Fu”. Si applica il Gong Fu per imparare a suonare il piano, a dipingere, apprendere le arti marziali, o per portare a termine un compito difficile che richiede tempo e pazienza.

Chiarito il reale significato del termine comunemente utilizzato oggi, si può indagare quale terminologia veniva utilizzata in passato per indicare le arti marziali cinesi. La parola "marziale" corrisponde a “Wu” in Cinese. Questa parola proviene da altre due parole, “Zhi” e “Ge”. “Zhi” significa “fermare”, “far cessare”, mentre “Ge” significa “lancia”, “giavellotto”, quindi si riferisce ad un arma in generale. Da ciò si può comprendere come il significato originario del termine è “fermare o far cessare l’uso di un’arma”. “Wushu” significa “tecnica marziale”; quindi possiamo concludere che il significato reale del termine sia “far cessare un combattimento attraverso l’utilizzo delle tecniche”. Questo implica che le arti marziali cinesi furono create per evitare o far cessare un combattimento, anzichè fomentarlo.

                                              Ideogramma raffigurante la parola Wushu

Storia delle arti marziali cinesi

Le arti marziali cinesi sono, probabilmente, nate prima della storia scritta. Le tecniche marziali furono scoperte o ideate durante il periodo in cui gli uomini cacciavano gli animali o dovevano difendersi da questi, o quando le tribù si scontravano tra di loro. Da queste battaglie, l’esperienza venne accumulata, e le tecniche acquisite andarono tramandate di generazione in generazione.

Successivamente, attraverso l’uso di bastoni, pietre e ossa di animali, ci fu l’avvento delle armi. Con la scoperta dei metalli, queste potettero evolversi in robustezza ed efficacia. Le prime armi metalliche furono realizzate in rame, stagno e/o bronzo, e dopo migliaia di anni di evoluzione della metallurgia,  divennero più resistenti e affilate. Allo sviluppo di questi strumenti, susseguì la creazione di nuove tecniche di combattimento. Nacquero, dunque, diverse scuole e stili, che ebbero modo di misurarsi a vicenda nel tempo.

Molte di queste scuole, o stili, si basavano sull’ imitazione delle diverse tecniche di combattimento degli animali (tigre, leopardo, scimmia, orso o serpente), uccelli (aquila, gru) o insetti (mantide religiosa). La ragione per la quale si imitassero le movenze combattive degli animali derivava dalla credenza che questi possedessero un talento ed un’abilità naturali per il combattimento, dovuti alla necessità di dover sopravvivere alle condizioni estreme del contesto naturale.

Dato che le arti marziali si vennero a sviluppare molto presto, esse divennero gradualmente parte della cultura cinese. La filosofia di queste arti da combattimento è stata più volte influenzata da altri elementi della cultura cinese. I principi dello Yin/Yang del Taiji furono adoperati all’interno delle tecniche, e il concetto del Bagua (Otto Trigrammi) divenne la base della strategia e abilità marziale.

La cultura cinese, inizialmente, si sviluppò lungo le rive del Fiume Giallo. Dopo molte migliaia di anni, questa cultura si diffuse in tutto il bacino orientale. In questo periodo la Cina divenne la principale esportatrice/importatrice di cultura/culture in Asia. La nascita degli altri Paesi orientali fu fondata sulla cultura cinese. Naturalmente, in tale contesto, le arti marziali cinesi ebbero una notevole influenza su queste società. Ad esempio, è ben risaputo in Cina che, per competere e sopravvivere contro un altro stile marziale in battaglia, ogni stile deve contenere quattro categorie di base di tecniche da combattimento. Queste sono: gli attacchi di mano, i calci, la lotta e le leve articolari o Qin Na (tecniche di presa e controllo). Quando queste tecniche furono esportate in Giappone, nel corso degli anni esse si divisero per divenire stili veri e propri. I pugni e i calci divennero la base del Karate, la lotta divenne la base dello Judo, e il Qin Na divenne la base del Jujitsu.

In realtà, l’essenza e i segreti delle arti marziali cinesi, che si svilupparono nei monasteri Buddisti e Taoisti , non furono completamente rivelati alla società laica cinese fino alla dinastia Qing (1644-1912 d.C.). Questi segreti sono stati rivelati ai Paesi occidentali solo nelle ultime tre decadi.

Il tempio di Shaolin

             Murale ritrovato nel Tempio di Shaolin. 1500 d.C. circa

Il buddismo si diffuse dall'India verso la Cina durante il periodo dell'imperatore Han Ming (58-76 d.C.). Secoli dopo, dato che molti imperatori furono praticanti Buddisti, questa religione divenne molto rispettata e popolare in Cina. Si stima che intorno al 500 d.C. siano esistiti più di diecimila templi buddisti. In questi cinquecento anni, alcuni monaci furono inviati in India per assorbire il più possibile la filosofia Buddista, e rientrando in patria, questi portarono con se alcuni classici. Naturalmente, anche alcuni monaci Indiani visitarono la Cina per predicare il Buddismo.

In accordo con uno dei libri più antichi, Deng Feng County Recording, un monaco Buddista, di nome Batuo, arrivò in Cina nel 464 d.C. Nel 495 l'imperatore Wei Xiao Wen (471-500 d.C.) ordinò la costruzione del Tempio di Shaolin, che fu eretto nella contea di Deng Feng, nella provincia di Henan, per favorire l'opera di predicazione da parte di Batuo. Per questo motivo, Batuo è considerato il primo abate del tempio di Shaolin. Tuttavia, non ci sono documenti che descrivano come e quando questi sia deceduto.

Comunque, il personaggio più influente in quest'area fu il monaco Indiano Da Mo. Da Mo, il cui appellativo era Sardili, conosciuto anche come Bodhidarma, fu il principe di una piccola tribù nel sud dell'India. Egli appartenne alla corrente Mahayana del Buddismo, e si presume sia stato un bodhisattva, o essere illuminato che ha rinunciato al nirvana per dedicarsi all'opera di salvezza di coloro che ancora non avevano raggiunto questo stato. Da frammenti di documenti storici, si ipotizza che sia nato circa nel 483 d.C.

Da Mo fu invitato a predicare in Cina dall'imperatore Liang Wu. Il monaco arrivò a Canton nel 527, durante il regno dell'imperatore Wei Xiao Ming (516-528 d.C.) o dell'imperatore Liang Wu (502-550 d.C.). Quando l'imperatore dichiarò di non apprezzare i principi Buddisti espressi da Da Mo, quest'ultimo lasciò la corte imperiale e si ritirò nel Tempio di Shaolin. La leggenda narra che quando Da Mo arrivò al tempio, vedendo che i monaci erano deboli e cagionevoli di salute, si segregò in cerca di una soluzione a questo problema. Dopo una clausura di nove anni, egli scrisse due classici: lo Yi Jin Jing (Classico sul cambiamento dei muscoli e dei tendini) e lo Xi Sui Jing (Classico sul lavaggio del midollo e del cervello).

Lo Yi Jin Jing insegnava ai monaci come portare il loro Qi ad un livello elevato e usarlo per migliorare la loro salute e rendere il proprio fisico più forte. Dopo aver praticato gli esercizi descritti in questo primo trattato, i monaci scoprirono che oltre ad aver migliorato la loro salute, questo allenamento aveva prodotto anche un aumento della loro forza. Quando questo tipo di allenamento fu integrato nelle forme di arti marziali, questo migliorò notevolmente l'efficacia delle tecniche marziali dei monaci. Tale cambiamento segnò un ulteriore passo in avanti nello sviluppo delle arti marziali cinesi, nonchè la nascita di una nuova branca del Qigong: il Qigong marziale.

Lo Xi Sui Jing insegnava ai monaci come usare il Qi per "pulire" o "lavare" il loro midollo osseo e rinforzare il loro sistema immunitario, e allo stesso tempo, come nutrire ed energizzare il cervello, aiutando loro ad ottenere la Buddità. Dato che quest'ultimo trattato era difficile da comprendere e praticare, i suoi metodi di allenamento furono tramandati segretamente solo a pochi discepoli per generazione. Da Mo morì a Shaolin nel 536 d.C. e fu sepolto sulle montagna Xiong Er.

Tradotto e adattato dal libro "The essence of white crane: martial power and qigong", di Yang, Jwing Ming, YMAA Pubblication Center, 1996

In continuo aggiornamento...

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